Flavio Ambrosetti
servizio di Luciano Marconi

Non ha tempo di fare tutto quello che fa. Si vanta di due cose:del sassofono natu-ralmente e di esportare in Germania. Le sue ruote d'automobile prima di correre il mondo fanno una musica sotto i torni e le frese dello stabilimento che Ambrosetti apprezza con altrettanta soddisfazione. Del jazz s'intende, che gli venne come un'ispirazione improvvisa, quando stava per diplomarsi in pianoforte.
Il jazz lo libera dal carattere di necessità della vita, esprime una vita “in profondità” , identificata con il ritmo senza principio e senza fine.
Suo nonno suonava nella banda, lui suona con l'or-chestrina «tascabile» della sua cassapanca Rinascimento, dove è piazzato il giradischi. Al di là di un incontro col pubblico, il jazz per Ambrosetti è emozione nella sua forma pura, che nella «session » rag giunge il tono dell'estasi. La musica classica è arte, il jazz è “stato di grazia”; o si nasce o non c'è niente da fare. Oggi è il miglior ingrediente di solidarietà internazionale e di distensione politica: è la lingua esperanto della musica. Ha due hobby sportivi: tennis e sci.


