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Anita Traversi

servizio di Luciano Marconi

Di lei, dire che ha la musica nel sangue, non è pleonastico: un fratello  clarino, un altro tromba, il padre batteria in un'orchestrina locale. Non  prova complesso d'inferiorità  nei riguardi  del  classico: «Sono strade parallele» afferma eludendo lo scoglio con na­turalezza. 

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Da  piccola cantava  le canzoni dei soldati, e si addormentava con le note del « Mitragliere», unico esempio di bambina capace di costruirsi le ninne-nanne. Cominciò la « carriera » portata a forza al  microfono, che aveva ancora indosso il grembiule della commessa di cartoleria. Ha già inciso 16 dischi ed ha un contratto con la TV svizzera che fanno i  lucciconi alla mamma. 

 Ma  lei è  rimasta  la ragazza semplice di  Giubiasco, senza  auto  e con  proposito saldi.  Un suo  gran divertimento è  cantare  nelle « Sirenette»,  con la sala gremita  che fa  molto «Ticino » e l'ambizione  fissa a Doris Day e Jula de Palma. « La pioggia cadrà » è uno dei pezzi favoriti, una pioggia su petali di primavera, con una sfumatura di sentimento nel suo nitido sorriso, contento di vivere.

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