
La donna ragno
C'era una volta un principe, che aveva sconfitto tutte le forze avverse che aveva potuto incontrare nella sua lunga vita avventurosa: l'orso dalla voce possente come il tuono, il serpente dalle cinque code, il toro con due paia di corna, il gigante che poteva diventare piccolo come una formica, perfino il mago che toglieva la forza agli eroi mettendo nel loro cuore la pietà. Adesso era venuto per lui il tempo di deporre le armi, consumate dalle lotte furibonde, stanche anch'esse di pericoli e di sofferenze.
Ma la gloria non veniva. Perché dovete sapere che quando un guerriero ha compiuto molte e grandi imprese diventa un eroe, e questo lo decide la gloria. E che cos'è la gloria? La gloria é una cosa misteriosa, una vocina che comincia piccola piccola in un posto a parlare delle imprese del guerriero e poi si gonfia, si gonfia fino a diventare un vocione a cui tutti finiscono per credere: e la gloria arriva. Così il guerriero viene promosso eroe ed entra nella leggenda. Ma il nostro principe, per quante meravigliose imprese avesse compiuto, niente. Di gloria neanche un briciolo. E se ne stava immusonito, sulla sua sedia più sgangherata (come ormai sgangherate erano le sue ossa) a lamentarsi. Ho inseguito tutta la vita la gloria , e la gloria non è ancora arrivata? Che cosa devo fare poi per meritarmela e morire in santa pace?
Non aveva nemmeno finito di pronunciare a voce alta questa frase,
quando si udì da un cespuglio: “Devi uccidere la donna-ragno.”